B-boying o Breaking o Breakdance

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Evoluzioni acrobatiche come competizione pacifica

Il B-boying è uno degli stili più conosciuti dell’hip hop, ed è anche uno dei primi ad essersi diffuso. Chiamato anche Breaking o ancora più spesso Breakdance, è uno stile molto dinamico e di grande effetto. Nasce a New York nel South Bronx e negli anni ’70 e ’80 era molto comune vedere b-boys esibirsi per la strada, non solo nella metropoli americana ma in tutto il mondo.

Insieme con Popping, Boogaloo ed altri stili Funk è una delle tecniche maggiori.

Il nome Break deriva dal fatto che nei primi anni ’70, quando nacque, i danzatori si muovevano sui ritmi dei “breaks”, cioè frammenti, spezzoni di brani soltanto musicali, che non prevedevano mai la presenza di parti cantate. Pietra miliare della tecnica è stato il Rock steady crew, un duo nato nel 1977, molto creativo, che ha portato un grande sviluppo nelle modalità del genere.

B-boying significa comportarsi come un b-boy, termine in cui b indica break, ma anche Bronx, Boogaloo, battle, black in una interessante sintesi. Normalmente c’è una distinzione fra il b-boy, che vive in questa cultura e il breaker, che pratica la tecnica senza condividerne lo stile di vita.

Si tratta principalmente di una danza al suolo, forse la prima forma che esplora così tanto le possibilità di movimento a terra nella storia, che comprende evoluzioni acrobatiche influenzate dalla Capoeira brasiliana e da altre arti marziali. E’ nata dall’esigenza della gente del Bronx, soprattutto neri e Latino americani, di mettersi in mostra nelle street battles dei sobborghi neworkesi. Notevoli sono i giri a terra, “Spins” e ”Glides”, famosi e spettacolari quelli fatti in equilibrio sulla testa: addirittura, per un breaker è punto d’onore avere una chiazza sul capo senza capelli, a dimostrare quanto spesso il danzatore abbia fatto uso su quel punto d’appoggio per le sue evoluzioni.

Si usa inframmezzarla con movimenti che provengono dall’Electric Boogaloo e dal Robot.

Negli anni 80 divenne d’uso comune sostituire alla violenza delle lotte fra bande rivali la creatività delle competizioni ballate, grazie ad un progetto del Black Power Movement, associazione di tutela dei diritti dei neri americani: per avere la supremazia su un territorio era necessario ballare meglio!

Facebooktwitterlinkedinrssyoutube