Hip Hop Commercial

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L’evoluzione in seguito allo studio della danza e alla mescolanza degli stili

I più ortodossi ritengono che per ballarlo si debba viverlo di persona nella strada, che non abbia senso fare spettacoli in teatro, che deformano la sua natura originaria, e che se ne debba sposare la cultura come filosofia di vita. Guardano con orrore a chi conta i tempi della musica per memorizzare una coreografia, perché ritengono che tutto debba nascere dall’emozioni momentanea della libertà improvvisativa. D’altra parte chi ha un backgruond di studi nella danza, come la stessa Toni Basil, che ha avuto un ruolo assolutamente determinante nella diffusione di questa forma di danza, è abituato a questa metodica di apprendimento e tutto sommato ciò che conta è arrivare al risultato. Il mondo è grande e c’è spazio per tutti!

In realtà moltissimi danzatori di base jazz e moderna hanno incontrato con successo l’hip hop e lo hanno amato proprio perché si poteva adattare a interpretare musica R&B e video. Per contro, altri ballerini si muovono con dinamiche riconoscibili come danza moderna ma, siccome utilizzano musica Rap, dicono che stanno ballando Hip hop.

Soprattutto in Europa e in Giappone si è apprezzata prima l’estetica della danza e le sue forme e dinamiche innovative, e si è cominciato a studiare coreografie complesse e tecniche, al fine di ottenere la capacità di isolare efficacemente i movimenti delle singole parti del corpo ed essere più pronti a rispondere alle variazioni della musica.

Per ballare occorre conoscere la cultura di riferimento e coglierne il senso.

Anche l’apertura di corsi e la creazione di una pedagogia ha modificato lo sviluppo e la pratica della danza Hip hop. Il pioniere in questo campo è stato Buddha Stretch nel 1989 al Broadway Dance Center di New York.

Seguendo la crescente diffusione dello stile, e la sua popolarizzazione tramite la tv, logicamente alcuni cantanti cominciarono ad utilizzarlo nei loro video musicali, come Janet Jackson e lo stesso Michael Jackson, il quale addirittura, nel 1992, per produrre il video di ” Remember the time”, si è affidato ad una ballerina di soli 21 anni, Fatima Robinson, che non aveva nessuna preparazione formale, e che da allora in poi divenne la coreografa più richiesta da tutti i musicisti, registi e trasmissioni televisive americani.

Questo ha significato fare riferimento con grande libertà creativa a tutti i vari stili senza distinguerli.

 

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