Writing

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L’arte delle scritte murali

Una bella scritta muraria

Un esempio di writing

Si tratta di una delle quattro discipline dell’hip hop e consiste in una pittura murale, i cosiddetti “murales”; questa disciplina esiste dagli anni ’50 e ha avuto il suo boom negli anni ’70.

Il termine, tradotto in italiano con “graffiti”, indica un modo di lasciare la propria firma allo scopo di promuovere nell’ambiente la propria presenza. I primi writers lo facevano attraverso i “tags”, brevi sigle con cui lasciavano il marchio del loro passaggio, ed a volte cercavano di farlo in luoghi di difficile accesso, richiamando così l’attenzione.

Negli anni ’70 a New York si diffuse molto l’abitudine di fare tags sui treni delle metropolitane. Quando i writers cominciarono ad espandere la loro opera ai muri della città la Metropolitan Transportation Authority fu favorevole al cambiamento, incoraggiandolo.

Chi conosce e capisce questa forma artistica non apprezza il fenomeno di scrivere dappertutto sconsideratamente, che viene definito “bombing”.

foto di scritta decorativa artistica

La decorazione artistica

I Graffiti sono stati demonizzati da alcune autorità e vengono spesso associati dai bempensanti ad atti di vandalismo e li giudicava come opera della microcriminalità, collegandoli a violenza, guerra tra gangs e spaccio di droga. Questo pensiero era anche derivato dalla provenienza stessa del fenomeno, nato nei quartieri poveri e malfamati di New York, come il Bronx.

Nella maggior parte degli stati, creare graffiti su pubbliche proprietà senza permesso è considerato crimine punibile con multe o addirittura con la reclusione.

Ogni giorno di più i wrinters si affermano come artisti della grafica sviluppando artisticamente le loro produzioni con tecniche sempre più originali e di enorme bellezza. I graffiti stanno diventando una parte “normale” dell’aspetto contemporaneo delle città, e si stanno inserendo in altri campi d’arte, come la moda e il design.

Grazie al libro “Subway Art”, edito nel 1984, scritto da Martha Cooper in collaborazione con Henry Chalfant, che racconta la storia del fenomeno nella città di New York,  ed il programma televisivo “Style Wars” (andato in onda per la prima volta su PBS del 1984) quest’arte giunse al grande pubblico, e rapidamente si diffuse anche in Europa, Sud America, Australia e Giappone.

 

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